CENTRO DI ASCOLTO
Sto scendendo dall'autobus, e, sinceramente, non vedo l'ora...Aaaah! Aria! Sarà anche inquinata, ma vuoi mettere quella dell'autobus con tutti gli odori, il calore umido, gli zaini che ti si conficcano nella schiena... Ecco, sono arrivata. Le chiavi le ho, apro il portoncino, lo fisso all'interno, la vetrinetta è spalancata, ora fisso i ferri, tra poco chiuderò , solo per impedire al freddo di entrare, alzo la tapparella, poso la borsa. Il centralino occhieggia di lucine, c'è già qualche messaggio in segreteria, qualcuno forse attende in linea... CENTRO DI ASCOLTO. Non è un nome ricercato, nè difficile.E' esattamente quello che promette: qui , per almeno dodici ore al giorno, tutti i giorni, anche sabato e domenica, c'è qualcuno pronto ad ascoltare. C'è un telefono, un blocco per appunti, un computer, i numeri di tutti i centri pubblici utili, ospedali, ambulanze, polizia, centri sociali. Poi ci sono io, Esther, e altri , pochi, volontari con cui ci scambiamo i turni per stare qui, disponibili verso chi ha bisogno di essere ascoltato, a volte SOLO ascoltato, senza richieste di aiuto o consiglio...solo attenzione, tempo, partecipazione. E le storie si intrecciano, i volti delle persone ci appaiono mentalmente come in uno scorrere di film, a volte lacrime, a volte risate, a volte parolacce e insulti per noi, così, tanto per passare il tempo...ecco squilla il telefono: " Pronto?"............Elisa, ho ascoltato la tua sofferenza, non è facile darti soluzioni, anche perchè in realtà, quando si parla della vita di qualcuno, le soluzioni sono già dentro di sè, bisogna solo tirarle fuori piano piano. Se ho ben capito, tu hai un legame affettivo che ti fa soffrire, ma senza il quale non ti senti di vivere, da un lato vorresti la forza di staccartene e dall'altro non ci riesci

